La strage di Bologna è stato uno degli atti terroristici più gravi che abbiano insanguinato l'Italia nel secondo dopoguerra.
Sabato 2 agosto del 1980, alle ore 10.25, esplose alla stazione ferroviaria di Bologna un ordigno a tempo contenuto in una valigia abbandonata nella sala d'aspetto. L'esplosione uccise ottantacinque persone, ferendone oltre duecento, e fu per la città di Bologna e per l'Italia intera una pietra miliare della coscienza collettiva del paese, che prendeva atto di una recrudescenza del terrorismo.
La detonazione (prodotta da una miscela di tritolo e T4) si udì nel raggio di molti chilometri e distrusse gran parte della stazione investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
In quel giorno di piena estate la stazione era affollata di turisti e persone in partenza o di ritorno dalle vacanze. La città - incredula ed impreparata per una simile evenienza - reagì con orgoglio e prontezza: non essendo sufficienti le ambulanze per trasportare i feriti agli ospedali cittadini, vennero impiegati anche autobus e taxi.